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Vaccini a mRNA efficaci anche nei soggetti con PsA trattati con TNFi

I soggetti con artrite psoriasica (PsA) che hanno ricevuto il vaccino per il COVID-19 di Biontech-Pfizer non mostrano differenze significative, in termini di risposta immunitaria, rispetto a soggetti di controllo non affetti. Il confronto è stato fatto nell’ambito di un uno studio condotto da Giuseppe Lopalco dell’Università di Bari e colleghi, che firmano un articolo apparso sulla rivista “RMD Open”.

A motivare la ricerca è il fatto che gli studi di fase 3 dei vaccini per COVID-19 a mRNA hanno storicamente escluso i pazienti che ricevevano farmaci immunosoppressivi.

Gli autori hanno arruolato 40 pazienti con PsA, in terapia con TNFi e sottoposti a vaccinazione con il vaccino BioNTech/Pfizer. A 15 giorni dalla seconda iniezione, in tutti i pazienti sono stati valutati i livelli sierici di IgG (cut-off di positività: 50 AU/mL) e sono stati raccolti dati clinimetrici e di trattamento. Il trattamento con TNFi non è stato interrotto per tutto il periodo, mentre il metotrexato (MTX) è stato interrotto per una settimana dopo ogni iniezione nei soggetti che seguivano una terapia combinata. I sieri degli operatori sanitari sono stati considerati come controlli sani per l’abbinamento per propensity score 1:1; nessuno di loro stava assumendo farmaci.

Dall’analisi dei dati, è emerso che l’indice di attività clinica della malattia non era cambiato tra prima e dopo la vaccinazione (da 7,06±5,23 a 7,10±5,27, p =0,92). Inoltre, i soggetti con PsA hanno raggiunto un livello di IgG anti-SARS-CoV-2 positivo con una media (±SD) di 13794,44±15 815,42 AU/mL, con una differenza non statisticamente significativa rispetto ai controlli abbinati (19227,4±11,8460,45 AU/mL, p =0,08).

Nel campione complessivo, i soggetti che assumevano MTX (12/80, 15%) avevano una tendenza verso una risposta immunitaria più bassa (p=0,07); la terapia con glucocorticoidi (11/80, 13,8%) prevedeva livelli anticorpali più bassi (p=0,04).