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Tempistica dell’insorgenza della nefrite lupica e impatto sugli esiti renali

Secondo i risultati di uno studio pubblicato sulla rivista “Seminars in Arthritis and Rheumatism” a prima firma di Fadi Kharouf, del University Health Network, Toronto, in Canada, i pazienti che sviluppano una nefrite lupica (LN) entro 1-5 anni dall’insorgenza del lupus eritematoso sistemico (LES) possono andare incontro a esiti renali peggiori rispetto a quelli che manifestano la malattia più precocemente.

Lo studio ha incluso 246 pazienti della coorte iniziale che hanno sviluppato nefrite lupica durante il follow-up. Sono stati classificati i pazienti in tre gruppi in base al tempo di insorgenza: gruppo 1 (precoce, ≤1 anno, 160 pazienti), gruppo 2 (intermedio, da >1 a ≤5 anni, 42 pazienti) e gruppo 3 (ritardato, >5 anni, 44 pazienti). Gli esiti valutati sono stati il recupero completo della proteinuria (RCP) a un anno, il verificarsi di un esito composito avverso (malattia renale allo stadio terminale [ESKD], un declino sostenuto ≥40% dell’eGFR o il decesso) e lo sviluppo di successivi focolai di LN. Per studiare le associazioni con gli esiti sono stati utilizzati modelli di rischio proporzionale di Cox.

Al basale, l’età mediana [IQR] era di 34,3 [26,2, 44,7] anni, con una durata mediana della malattia di 0,6 [0,2, 2,6] anni. I pazienti con LN ritardato erano più anziani al basale, avevano una SDI (SLICC/ACR Damage Index) più alta, utilizzavano meno frequentemente glucocorticoidi e immunosoppressori e avevano meno probabilità di raggiungere la RCP a 1 anno.

I pazienti con LN precoce avevano il rischio minore di sviluppare l’esito composito avverso. Nei modelli di Cox, rispetto alla manifestazione di nefrite lupica precoce, quella intermedia era associata a un rischio maggiore di sviluppare l’esito composito avverso e mostrava una tendenza verso una maggiore associazione con le successive infiammazioni della malattia.

LESnefrite lupica

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