La sindrome metabolica (MetS) e le singole componenti metaboliche, come l'obesità addominale e la pressione arteriosa elevata, sono associate alla progressione radiografica dell'osteoartrosi (OA)…
Valutare l’osteoartrosi dopo ricostruzione del legamento crociato anteriore
L’osteoartrosi dell’articolazione femoro-rotulea (PFJ) è comune dopo la ricostruzione del legamento crociato anteriore (ACLR) e può essere collegata a un carico articolare alterato. Tuttavia, si sa poco sulla relazione trasversale e longitudinale tra il carico della PFJ e l’osteoartrosi dopo ACLR.
Un nuovo studio apparso su“Orthopaedic Research” a firma di Anthony G. Schache della Trobe University a Melbourne, in Australia, ha voluto verificare se un carico alterato della PFJ potesse essere associato a un’osteoartrosi precoce prevalente e a un peggioramento dopo l’intervento.
Uno studio a un anno dalla ricostruzione del legamento crociato anteriore
A questo scopo, sono stati arruolati 46 soggetti (età media [±DS]: 26 ± 5 anni) circa un anno dopo l’intervento, sottoposti a risonanza magnetica (RM) e a valutazione biomeccanica del ginocchio ricostruito. La cinematica del tronco e degli arti inferiori e le forze di reazione al suolo sono state registrate durante la fase di atterraggio di un salto in avanti standardizzato. Questi dati sono poi stati inseriti in un modello muscoloscheletrico per calcolare la forza di contatto della PFJ. La risonanza magnetica di follow-up è stata completata su 32 partecipanti 5 anni dopo l’ACLR.
Mediante metodi statistici come la regressione di Poisson, gli autori hanno poi valutato la relazione tra il carico sulla PFJ e l’osteoartrosi precoce prevalente della stessa articolazione (cioè la presenza di una lesione della cartilagine della PFJ a 1 anno dopo l’ACLR) e il peggioramento dell’osteoartrosi della PFJ (cioè l’insorgenza/progressione della lesione della cartilagine della PFJ tra 1 e 5 anni dopo l’ACLR).
Dall’analisi dei dati è emerso che un valore più basso del picco della forza di contatto PFJ era associato a una osteoartrosi precoce della PFJ prevalente a un anno dopo ACLR (N= 14 [30,4%]; rapporto di prevalenza: 1,37; IC al 95%: 1,02-1,85) e un rischio più elevato di peggioramento dell’osteoartrosi della PFJ tra 1 e 5 anni post-ACLR (N= 9 [28,1%]; rapporto di rischio: 1,55, IC al 95%: 1,13-2,11). Scrivono gli autori:
Il monitoraggio degli indici di carico della PFJ durante compiti funzionali rilevanti il più presto possibile dopo la ACLR potrebbe rappresentare un’opportunità per identificare i soggetti a maggior rischio di sviluppare un’osteoartrosi della PFJ in fase terminale. Per corroborare i nostri risultati sono necessari studi futuri che coinvolgano una coorte più ampia e che esaminino i cambiamenti del degrado strutturale su un periodo più lungo”.