La sindrome metabolica (MetS) e le singole componenti metaboliche, come l'obesità addominale e la pressione arteriosa elevata, sono associate alla progressione radiografica dell'osteoartrosi (OA)…
I benefici della crioneurolisi nell’osteoartrosi di caviglia
Nell’osteoartrosi (OA) monolaterale sintomatica della caviglia, il trattamento con crioneurolisi può essere di beneficio in termini di miglioramento del dolore, della funzione fisica e della qualità della vita (QOL). Lo afferma un nuovo articolo pubblicato su “Osteoarthritis and Cartilage Open” da Thomas Perry dell’Università di Oxford, nel Regno Unito, e Neil Segal, dell’Università dell’Iowa, negli Stati Uniti. Si tratta di uno studio clinico monocentrico, a braccio singolo, in aperto condotto presso lo University of Kansas Medical Center (UKMC), nel Missouri, tra il 2018 e il 2021.
I soggetti coinvolti erano tutti di età superiore a 18 anni, con evidenza radiografica di OA della caviglia (grado Kellgren-Lawrence di almeno 2), dolore unilaterale alla caviglia valutato su una scala di valutazione numerica (NRS) con 5/10 nella maggior parte dei giorni dell’ultimo mese, punteggio Foot and Ankle Outcome Score (FAOS) inferiore a 75 in almeno 1 dominio (su una scala da 0 a 100, dove 100 rappresenta il peggior dolore possibile) e con storia di almeno un trattamento conservativo (terapia fisica, analgesici o cavigliera). I partecipanti sono stati assegnati a sottoporsi a crioneurolisi del nervo peroneo superficiale, del nervo surale e/o del nervo safeno o del nervo peroneo profondo con l’uso di crioneurolisi guidata da ultrasuoni.
Gli esiti dello studio sono stati valutati durante le visite cliniche (a 6 settimane, 12 settimane e 24 settimane) e tramite intervista telefonica (a 3 settimane, 9 settimane e 18 settimane). L’esito primario dello studio era la variazione del punteggio FAOS (sotto-scala del dolore) a 12 settimane. Sono stati valutati anche i cambiamenti nella QOL (FAOS-QOL), nelle attività della vita quotidiana (FAOS-ADL), nel dolore-NRS e nella performance fisica.
In totale sono stati arruolati nello studio 40 pazienti. L’età media dei partecipanti era di 63,0±12,8 anni; il 50% dei pazienti erano donne. A 12 settimane dalla terapia, sono stati osservati miglioramenti statisticamente significativi nella sotto-scala del dolore della FAOS (20,8; p <0,0001), ADL (18,1; p =0,0003), QoL (19,9; p =0,0003) e NRS-dolore (-2,6; p <0,0001). Non è stata osservata alcuna differenza significativa nel test di camminata veloce di 40 metri a 12 settimane dal trattamento (-1,2 secondi; p =0,59). Risultati simili sono stati riportati alle visite di 6 e 12 settimane.