Fratture da fragilità, identificazione e gestione del rischio

Cristiano Coppola dell’UOC Ortopedia e Traumatologia dell’Ospedale del Mare di Napoli descrive l’impatto delle fratture da fragilità in Italia e spiega quali sono le problematiche da affrontare per un’efficace strategia di prevenzione primaria e secondaria.

Alla 25° edizione del Congresso WCO-IOF-ESCEO  Coppola ha presentato un poster sulla gestione intraospedaliera del  paziente fragile e a rischio di frattura. La scheda qui riprodotta agevola l’identificazione del paziente fragile sin dall’accesso in Pronto Soccorso per poi inserirlo in un percorso di valutazione dedicato a:

  • corretta e completa definizione dell’anamnesi familiare, personale e patologica prossima, nonché delle attuali e prospettiche capacità funzionali;
  • esame Moc/Dexa pregresso o attuale;
  • rischio anestesiologico per la scelta di una coorte omogenea post trattamento chirurgico da seguire nel tempo;
  • tempi di esecuzione dell’intervento con eventuale emo trasfusione e tecnica chirurgica proposta;
  • dimissione protetta con necessaria prescrizione terapeutica di prevenzione della rifrattura ed eventuali esami e valutazioni multidisciplinari per il follow up a distanza.

I dati ottenibili, oltre ad una valutazione interna per la qualità del servizio svolto, potrebbero fornire anche misure clinico/procedurali atte a svolgere studi retrospettivi osservazionali sull’incidenza e l’impatto della prevenzione secondaria sulle complicanze determinate dall’osteoporosi.

 

 

 

 

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