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Malattie reumatologiche, le diagnosi tardive pesano su pazienti e SSN
Le diagnosi tardive colpiscono addirittura 1 milione di italiani. I pazienti aspettano anche 7 anni per scoprire di soffrire di artrite psoriasica o fibromialgia, 5 per la spondilite anchilosante, 3 per la sclerosi sistemica e 2 per l’artrite reumatoide. Sono tempi troppo lunghi, che causano un peggioramento dei sintomi e rendono più difficile il recupero e la cura.”
Lo ha detto Gian Domenico Sebastiani, presidente della Società Italiana di Reumatologia, nel corso di una conferenza stampa in cui la Sir ha evidenziato anche il peso di queste patologie sul nostro sistema sanitario. L’artrite reumatoide, ad esempio, costa ogni anno alla collettività oltre 3 miliardi di euro, tra spese dirette e indirette. Per questo la SIR raccomanda di puntare su diagnosi precoci e aderenza alle terapie.
L’importanza di riconoscere segni e sintomi delle malattie
È necessario fare corretta informazione perché i malati non sottovalutino i dolori e offrire ai medici di medicina generale gli strumenti adatti a riconoscere la malattia reumatologica e a indirizzare la persona dallo specialista. In Italia i pazienti sono 5,4 milioni, quindi una persona su dieci. Sono numeri molto alti, che rendono evidente la necessità di un intervento. Molti di loro presentano sintomi invalidanti, con danni articolari e conseguenti disabilità. Oggi i farmaci permettono di fermare la progressione delle patologie, con un buon recupero delle funzionalità e una ripresa soddisfacente della propria vita professionale e personale: questo però richiede un intervento tempestivo, già a partire dai primi sintomi. Purtroppo non sempre l’individuazione della malattia è semplice, perché i sintomi sono spesso riconducibili ad altre patologie. Per questo è fondamentale investire in aggiornamenti e formazione per tutti gli specialisti, dai medici di medicina generale agli stessi reumatologi, che devono essere in grado di prendere in carico anche il paziente con caratteristiche meno comuni.”
L’aderenza alle terapie consente di mantenere una buona qualità di vita
L’importanza dell’aderenza alle terapia è stata evidenziata dai rappresentanti delle associazioni dei pazienti, Silvia Tonolo, Presidente ANMAR Associazione Nazionale Malati Reumatologici e Roberto Messina, Presidente Senior Italia FederAnziani hanno affermato:
se la diagnosi precoce è il primo passo per giungere a una guarigione o alla stabilizzazione dei sintomi, l’aderenza alle terapie è fondamentale per permettere il raggiungimento di una buona qualità di vita e scongiurare un peggioramento. Nel post Covid si è registrata una maggiore discontinuità nelle cure: la causa principale sono le lunghe liste di attesa per le visite specialistiche. I pazienti, una volta notato un miglioramento nei sintomi e impossibilitati a mettersi in contatto con il reumatologo, sempre più spesso decidono di interrompere le cure. Questo causa per prima cosa il peggioramento della malattia, con ricomparsa dei dolori, in seconda battuta serie difficoltà per il medico nel definire una terapia personalizzata efficace. Un altro fattore scatenante è la paura delle possibili reazioni avverse. Come associazione cerchiamo di fare informazione verso i malati, sollecitandoli a una maggiore conoscenza delle terapie, a non prendere iniziative autonome e ad attendere il consiglio del medico, ma è fondamentale che le istituzioni facciano da capofila, perché la mancata aderenza nelle patologie croniche può portare anche alla morte.”