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Osteoday, più attenzione per osteoporosi e osteoartrosi

Sottolineati i rischi della sottodiagnosi nel corso del recente Osteoday

Novantamila fratture femorali ogni anno negli over50 sono da attribuire all’osteoporosi, insieme con il 20% delle fratture vertebrali, con un impatto sociale e sanitario rilevante. Il numero delle persone affette viene stimato in 4,5 milioni, con una rilevante quota di sommerso, considerato il problema di sottodiagnosi che da sempre affligge questa condizione.

L’allarme sui rischi dell’osteoporosi è stato lanciato per l’ennesima volta nel corso della nona edizione dell’Osteoday, evento che all’inizio di aprile ha riunito a Parma oltre cento specialisti tra ortopedici, fisiatri, reumatologi e internisti grazie al contributo incondizionato di Chiesi Italia.

“A oggi, solo il 50% delle fratture da osteoporosi viene diagnosticato e la percentuale si dimezza se guardiamo ai pazienti che vengono trattati adeguatamente: quando un paziente arriva al Pronto Soccorso con una frattura del femore, per esempio, dovrebbe essere sempre eseguita una radiografia della colonna, in quanto, nel 10-15% dei casi, la frattura del femore si accompagna a una frattura vertebrale asintomatica che conferma la presenza di osteoporosi”, ha sottolineato Bruno Frediani, professore ordinario di Reumatologia all’Università di Siena e responsabile scientifico dell’evento.

“Inoltre – coninua Frediani – nel caso dei soggetti a rischio, considerato che in un caso su due le fratture vertebrali sono silenti, lo specialista dovrebbe prescrivere almeno una volta all’anno esami diagnostici come la MOC e la radiografia della colonna; alla diagnosi tardiva si affianca un trattamento spesso inappropriato che in molti casi si basa sull’assunzione della sola vitamina D, nonostante sia stata dimostrata la sua efficacia soltanto in associazione con farmaci antifratturativi, bisfosfonati in prima linea, il cui utilizzo invece risulta in calo a causa di ingiustificati allarmismi”.

L’Osteoday è stato l’occasione anche per ricordare la correlazione tra osteoporosi e osteoartrosi, altro tema al centro del convegno.

“Evidenze scientifiche dimostrano che la ridotta massa ossea favorisce la progressione del danno cartilagineo a livello articolare tipico dell’artrosi”, ha concluso Frediani. “A ciò si aggiungono le alterazioni legate all’edema osseo che aggravano ulteriormente la distruzione della cartilagine articolare. Pertanto, il trattamento con farmaci antifratturativi, oltre ad aumentare la massa ossea, è efficace nella cura dell’edema osseo e, di conseguenza, dell’osteoartrosi”.