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Interrompere il circolo vizioso della pigrizia, per migliorare la salute del cervello

a cura di Cesare Peccarisi

Se con l’avanzare degli anni capita sempre più spesso che le cose cadano di mano forse si trascorre troppo tempo seduti o meglio capita troppe volte di restare seduti in maniera continuativa per 20 minuti o più.

È quanto si può dedurre da uno studio appena pubblicato sul British Medical Journal (1) in cui i ricercatori delle università Northeastern e dell’Illinois, diretti da Daminika Pindus, hanno scoperto che restare seduti continuativamente per almeno 20 minuti riduce la connettività funzionale del circuito parieto-frontale e del default mode network (DMN).

Entrambe queste reti riguardano la configurazione mentale degli schemi motori con cui è possibile costruire mentalmente e controllare le azioni (2). Il DMN è la rete di aree che si attivano quando il cervello non è impegnato in attività specifiche (3), ma vaga in pensieri liberi. Molti dei suoi neuroni scaricano sia durante l’osservazione di un atto motorio altrui, sia prima dell’inizio degli atti che precedono una specifica azione e quindi non solo codificano l’atto motorio osservato (4), ma consentono anche all’osservatore di comprendere le intenzioni dell’agente, concetto base della teoria dei neuroni specchio (5).

Il circuito parieto-frontale invece consente d’immaginare i movimenti che possiamo eseguire soprattutto con la mano ed è quindi alla base del cosiddetto grasping, l’afferramento (6). Questo circuito è dedicato alla trasformazione visuomotoria dei movimenti in funzione dell’orientamento spaziale e dell’attenzione nelle funzioni cognitive e motorie complesse (7).

Lo studio sugli effetti del movimento

I ricercatori dello studio pubblicato sul BMJ hanno verificato che la riduzione funzionale di questi due circuiti determina un aumento del rischio di demenza e di ridotto controllo dell’attenzione e della memoria episodica.

Tramite apposite scale neuropsichiatriche compilate prima e dopo la valutazione hanno verificato che è possibile contrastare tale decadimento interrompendo la stazione da seduti in 54 adulti (40 – 75 anni) reclutati telefonicamente e valutati clinicamente all’arruolamento remunerato con 30 dollari USA come compenso per la partecipazione allo studio descritto sul sito web riportato in bibliografia (8).

I ricercatori hanno verificato che ciò era possibile in chi, dopo esser rimasto seduto per mezz’ora, faceva una o due sessioni di attività fisica, che a seconda del braccio di studio assegnatogli era intensa o leggera, rispettivamente high-intensity interval training (HIIT) o low-intensity interval training (LIIT) effettuabile su bici da camera indossando un braccialetto da polso con cardiofrequenzimetro.

I soggetti dovevano fare una o due sessioni di HIIT oppure di LIIT di circa 10 minuti ciascuna e ogni sessione comprendeva:

  • 1 minuto di riscaldamento,
  • 2 minuti al 90% della frequenza cardiaca massimale (FCmax),
  • 1 minuto di riposo passivo
  • 2 minuti al 90% della FCmax.

Chi era nel braccio LIIT si allenava al 57-60% di FCmax. Prima e dopo le prove tutti i soggetti venivano valutati con potenziali evocati cerebrali per il controllo dell’onda p300B, marker della funzionalità parieto-frontale (9).

Rispetto ai valori basali l’onda p300B migliorava significativamente dopo due sessioni di movimento, ma non altrettanto dopo una soltanto, indicando che 20 minuti di moto sono meglio di 10.

Le indicazioni sui rischi della sedentarietà

Questo studio fornisce l’ennesima prova degli effetti negativi della pigrizia. Nella vita reale sono molti i lavori sedentari che costringono a restare seduti per oltre 20 minuti consecutivamente più volte al giorno, ma sono anche tante le occasioni in cui ciò può essere evitato: ogni volta che ci sediamo davanti alla TV o a chattare sullo smartphone ad esempio. Soprattutto in questi casi, puntando la sveglia del cellulare a 20 minuti, ci si potrebbe accorgere di quando è il momento di alzarsi in piedi.

Non è poi necessario fare le stesse sessioni di movimento usate nello studio statunitense, ma basta sgranchire le gambe per pochi minuti, tanto le catecolamine si muovono ugualmente (10) e forse le cose smetteranno di cadere di mano così spesso.

Indicazioni bibliografiche

  1. https://bmjopen.bmj.com/content/15/5/e0954152
  2. https://sinpia.eu/rivista/2008003/06Fogassi.pdf3
  3. https://www.annualreviews.org/content/journals/10.1146/annurev-neu-ro-071013-0140304
  4. https://sinpia.eu/rivista/2008003/06Fogassi.pdf
  5. https://www.researchgate.net/publication/6333259_The_neural_basis_for_un-derstanding_non-intended_actions
  6. https://www.science.org/doi/10.1126/science.11061387
  7. https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC6619613/8
  8. http://www.ClinicalTrials.gov9
  9. https://www.tandfonline.com/doi/full/10.108/1750984X.2022.215548810
  10. https://www.tandfonline.com/doi/full/10.1080/1750984X.2022.2155488
attività fisicasedentarietà

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