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BMI elevato e rischio sarcoidosi: smentita la correlazione

Lo sviluppo della sarcoidosi non è associato a un elevato indice di massa corporea (BMI), mentre la presenza di apnea ostruttiva del sonno (OSA) sembra proteggere dallo sviluppo della malattia, secondo i risultati di uno studio retrospettivo recentemente pubblicato su “Chest” da Marc A. Judson, dell’Albany Medical College, negli Stati Uniti, e colleghi.

La ricerca era motivata dal fatto che alcuni studi condotti in passato hanno mostrato un legame tra BMI e sarcoidosi, anche se la possibile correlazione tra obesità e condizione infiammatoria non è ancora stata stabilita in modo definitivo. Judson e colleghi, hanno cercato di determinare se il BMI fosse associato allo sviluppo della sarcoidosi, nonché di valutare l’effetto dell’OSA, comune in chi ha un BMI elevato, sullo sviluppo della sarcoidosi stessa.

I ricercatori hanno analizzato le informazioni sui pazienti raccolte tra ottobre 1999 e aprile 2021 da una coorte di pazienti con sarcoidosi (N =10.512) e da un gruppo di controllo di pazienti senza sarcoidosi (N =2.709.884) provenienti dal database sanitario elettronico della Veterans Administration Informatics and Computing Infrastructure degli Stati Uniti.

Dall’analisi dei dati non è emersa alcuna associazione tra BMI e tasso di sviluppo della sarcoidosi. Calcoli di potenza statistica post hoc hanno verificato che questi risultati nulli erano significativi e non il risultato di una potenza statistica insufficiente.

Per quanto riguarda l’OSA, si è riscontrato che una diagnosi per questa condizione di OSA era protettiva nei confronti dello sviluppo della sarcoidosi. Utilizzando un modello di regressione logistica condizionale con strati per età, sesso e BMI nello stesso periodo di 12 mesi, è stata riscontrata una probabilità di sarcoidosi inferiore del 49,0% nei pazienti con OSA rispetto ai pazienti senza diagnosi di OSA. Sebbene gli esiti primari siano stati valutati a 12 mesi prima della diagnosi di sarcoidosi, questi risultati sono rimasti sostanzialmente invariati se esaminati a 3 e 6 mesi prima della diagnosi.