La depressione è una condizione comune tra le persone che devono convivere con un dolore cronico. Lo conferma un'indagine condotta da Censuswide e commissionata…
Emergenza COVID-19: le difficoltà dei pazienti con dolore cronico
La telemedicina è stata di aiuto, ma la cura ambulatoriale resta centrale
La terapia del dolore cronico ha subito fortemente l’impatto della riorganizzazione delle cure sanitarie durante l’emergenza COVID-19, con una riduzione dell’attività ambulatoriale di almeno il 50% in nove reparti su 10 dedicati al dolore non oncologico e di cinque reparti su 10 dedicati a quello oncologico. È questa in sintesi l’istantanea scattata da una recente survey condotta a campione da Federdolore-Società italiana dei clinici del dolore (SICD) in ben 18 regioni italiane, che ha mostrato la riduzione e il trasferimento verso centri COVID di personale sanitario, soprattutto di anestesisti.
In un periodo così difficile, sottolinea la Società, bisogna tenere alta l’attenzione sui pazienti, considerata anche la forte interrelazione tra le aree del cervello che elaborano gli stimoli dolorosi e quelle che elaborano le emozioni.
“Oggi i pazienti affetti da dolore cronico potrebbero avere un peggioramento dei loro sintomi: è importante che conservino le loro abitudini di vita, compatibilmente con le norme di sicurezza vigenti”, ha sottolineato Giuliano De Carolis, presidente di Federdolore-SICD. “Se dovessero avvertire sensazioni di malessere emotivo è bene che parlino con una persona cara che sia in grado di dare loro conforto. La psicologia ci insegna che in situazioni emergenziali come questa che stiamo attraversando è fondamentale evitare un isolamento comunicativo. Per fortuna oggi abbiamo molti strumenti tecnologici che ci possono aiutare a comunicare con molte persone”.
La situazione ha messo in luce anche risorse insospettabili dei pazienti con dolore cronico, molti dei quali hanno dimostrato grande disponibilità a essere seguiti con la telemedicina. Ma il centro delle cure deve tornare a essere l’ambulatorio.
“I pazienti sono spaventati e noi clinici siamo preoccupati: abbiamo tante visite in attesa che non si possono ancora essere prenotare”, ha continuato De Carolis. Ci sono trattamenti specifici che devono essere fatti in ambulatorio: per alcuni si tratta di rimodulare la terapia farmacologica per altri quella non farmacologica, come la neurostimolazione. Senza dimenticare che per i dolori più complessi, è possibile intervenire anche a livello midollare grazie alla chirurgia, ma senza l’attuale accesso alle sale operatorie è tutto in stand-by”.
Federdolore-SICD ha messo a disposizione dei medici di medicina generale un servizio gratuito di consulenze specialistiche tramite il numero verde 800.026.027 (dal lunedì al venerdì dalle 15 alla 18).