Uso di infliximab e deformità del rachide cervicale in pazienti con artrite reumatoide

Il trattamento con infliximab ha un effetto protettivo sulla colonna vertebrale cervicale, tanto da spiegare la riduzione registrata negli ultimi decenni dell’incidenza degli interventi chirurgici per la deformità di questo tratto del rachide in soggetti con artrite reumatoide (AR)?

Alla questione ha cercato di dare risposta uno studio pubblicato su “RMD Open” da Anna Baukje Lebouille-Veldman, del Centro medico universitario di Leiden, nei Paesi Bassi, e colleghi.

Nello studio, è stata valutata la durata della terapia con infliximab durante 10 anni di follow-up in pazienti con AR di nuova insorgenza (studio caso-controllo utilizzando i dati del BeSt Trial). I valori mancanti sull’esposizione sono stati imputati utilizzando l’ultima osservazione riportata. Le radiografie laterali a 5 e 10 anni di follow-up sono state valutate per la sublussazione atlanto-assiale (AAS) e sub-assiale (SAS).

La deformità cervicale (AAS e/o SAS>2 mm) è stata osservata in 108 (40%) dei 272 pazienti. È stata riscontrata una riduzione dell’11% della probabilità di deformità della colonna vertebrale cervicale (OR: 0,89, IC al 95%: 0,81-0,98; p= 0,02) per ogni aumento di un anno nella durata di utilizzo di infliximab. L’analisi di mediazione non ha potuto rivelare un’influenza del DAS44 sull’associazione tra l’uso di infliximab e gli esiti sulla colonna vertebrale cervicale.

In conclusione, nello studio è stata dimostrata l’esistenza di un’associazione positiva tra la maggiore durata nell’uso di infliximab e la deformità del rachide cervicale dopo 10 anni di follow-up. Pertanto, concludono gli autori, sarebbe opportuno bilanciare gli effetti favorevoli derivanti dall’uso di infliximab sulle articolazioni e possibilmente sulla colonna cervicale con i potenziali eventi avversi di questo farmaco se usato in modo continuativo.

artrite reumatoiderachide cervicale

Articoli collegati