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La pressione arteriosa non cambia durante il trattamento con metotrexato

In alcuni studi condotti in passato, l’assunzione di metotrexato a basse dosi (LD-MTX) è stata associata a una riduzione del rischio di malattie cardiovascolari (CVD) tra i pazienti con malattie reumatiche sistemiche, ma non nella popolazione generale. Altre evidenze sembrano indicare un effetto antipertensivo dell’LD-MTX.

Sulla base di queste premesse, Jing Cui della Harvard Medical School di Boston, negli Stati Uniti, e colleghi sulla rivista “Rheumatology” hanno esaminato i dati relativi al confronto tra LD-MTX e placebo in uno studio clinico controllato randomizzato in doppio cieco condotto su pazienti con CVD note ma senza malattia reumatica. La pressione arteriosa sistolica e diastolica (SBP, DBP) è stata valutata come misura dei segni vitali a ogni visita programmata dello studio durante i 5 anni di follow up. La SBP e la DBP longitudinali sono state confrontate tra i pazienti dei bracci LD-MTX e placebo utilizzando un modello misto lineare.

Complessivamente, sono stati utilizzati i dati di 2.391 pazienti randomizzati a LD-MTX e 2.395 a placebo, con un follow-up medio di 26 mesi.

Al basale, SBP e DBP erano normalmente distribuite con mediane simili (SBP: 128 mmHg (IQR 118-139), DBP: 74 mmHg (IQR 67-80)) tra i pazienti di entrambi i gruppi di trattamento. Il 93% dei pazienti ha riferito al basale di utilizzare almeno un tipo di farmaco per l’ipertensione.

Dopo il trattamento, rispetto al placebo, le differenze stimate nelle variazioni di SBP e DBP nel gruppo LD-MTX erano <1 mm (SBP: β = -0,75 mmHg, IC al 95%: -0,02 a -1,49; DBP: β = -0,56 mmHg, IC al 95%: -0,12 a -1,01). Di fatto quindi il metotrexato a basse dosi non sembra avere effetti significativi sulla pressione arteriosa in pazienti in assenza di patologie reumatiche sistemiche.