Roberto Caporali ordinario di Reumatologia all'Università di Milano partendo dei bisogni clinici attualmente insoddisfatti parla delle nuove opportunità di trattamento nelle spondiloartriti

Artrite reumatoide, l’impatto degli autoanticorpi sull’efficacia dei bDMARD
L’effetto dei farmaci biologici antireumatici modificanti la malattia (bDMARD) è generalmente paragonabile nei pazienti con e senza fattore reumatoide (RF) e autoanticorpi citrullinati (ACPA), indipendentemente dalla popolazione di pazienti, dal meccanismo d’azione o dal singolo farmaco utilizzato. È quanto ha concluso uno studio pubblicato su “Rheumatology” da Kaoru Takase-Minegishi, dell’Università di Yokohama, in Giappone, e colleghi.
Gli autori hanno considerato precedenti revisioni sistematiche della letteratura eseguite dalle task force dell’EULAR per la gestione dell’AR, alla ricerca di studi clinici randomizzati e controllati sull’argomento. Sono stati considerati idonei gli RCT che studiavano l’efficacia dei bDMARD e che includevano sia pazienti AR positivi agli autoanticorpi (≤80% della popolazione totale) che negativi. Per gli studi che confrontavano l’associazione di bDMARD e DMARD sintetici convenzionali (csDMARD) rispetto ai soli csDMARD, sono stati calcolati i rischi relativi (RR) di confronto tra due gruppi (RF + vs. RF-, ACPA+ vs. ACPA-) per gli esiti di efficacia per ciascun braccio. Successivamente, sono stati calcolati i rapporti di rischio relativo (RRR), come rapporto tra il RR del braccio bDMARD e il RR del braccio non-bDMARD.
Sono stati analizzati i dati di 28 studi idonei, raggruppando 23 studi in tre sottogruppi: 6 comprendenti pazienti naïve ai csDMARD, 14 relativi a pazienti con una risposta inadeguata o intolleranza a uno o più csDMARD (csDMARD-IR) e 3 relativi a soggetti con una risposta inadeguata o intolleranza a uno o più inibitori del fattore di necrosi tumorale (TNFi-IR).
Nei pazienti csDMARD-naïve e csDMARD-IR, la sieropositività non è stata associata a una migliore risposta ai bDMARD: gli RRR aggregati a 6 mesi per il punteggio ACR20 sono risultati di 1,02 (0,88-1,18) e 1,09 (0,90-1,32), rispettivamente.
Neppure gli altri risultati hanno mostrato differenze tra i gruppi. Nei pazienti con TNFi-IR, sulla base di 3 studi, l’RRR per l’ACR20 a 6 mesi è stato di 2,28 (1,31-3,95), a favore dell’efficacia nei pazienti sieropositivi. Gli altri risultati non hanno mostrato differenze significative tra i gruppi. In base alla modalità d’azione, l’efficacia è risultata paragonabile tra pazienti RF-positivi e RF-negativi sia per il trattamento con TNFi sia per quello senza TNFi e anche per i singoli bDMARD.