Si è svolto recentemente a Padova il Congresso "SpA & Sport" in cui il tema delle spondiloartriti è stato affrontato sia sotto il profilo…
Artrite reumatoide, l’impatto degli autoanticorpi sull’efficacia dei bDMARD
L’effetto dei farmaci biologici antireumatici modificanti la malattia (bDMARD) è generalmente paragonabile nei pazienti con e senza fattore reumatoide (RF) e autoanticorpi citrullinati (ACPA), indipendentemente dalla popolazione di pazienti, dal meccanismo d’azione o dal singolo farmaco utilizzato. È quanto ha concluso uno studio pubblicato su “Rheumatology” da Kaoru Takase-Minegishi, dell’Università di Yokohama, in Giappone, e colleghi.
Gli autori hanno considerato precedenti revisioni sistematiche della letteratura eseguite dalle task force dell’EULAR per la gestione dell’AR, alla ricerca di studi clinici randomizzati e controllati sull’argomento. Sono stati considerati idonei gli RCT che studiavano l’efficacia dei bDMARD e che includevano sia pazienti AR positivi agli autoanticorpi (≤80% della popolazione totale) che negativi. Per gli studi che confrontavano l’associazione di bDMARD e DMARD sintetici convenzionali (csDMARD) rispetto ai soli csDMARD, sono stati calcolati i rischi relativi (RR) di confronto tra due gruppi (RF + vs. RF-, ACPA+ vs. ACPA-) per gli esiti di efficacia per ciascun braccio. Successivamente, sono stati calcolati i rapporti di rischio relativo (RRR), come rapporto tra il RR del braccio bDMARD e il RR del braccio non-bDMARD.
Sono stati analizzati i dati di 28 studi idonei, raggruppando 23 studi in tre sottogruppi: 6 comprendenti pazienti naïve ai csDMARD, 14 relativi a pazienti con una risposta inadeguata o intolleranza a uno o più csDMARD (csDMARD-IR) e 3 relativi a soggetti con una risposta inadeguata o intolleranza a uno o più inibitori del fattore di necrosi tumorale (TNFi-IR).
Nei pazienti csDMARD-naïve e csDMARD-IR, la sieropositività non è stata associata a una migliore risposta ai bDMARD: gli RRR aggregati a 6 mesi per il punteggio ACR20 sono risultati di 1,02 (0,88-1,18) e 1,09 (0,90-1,32), rispettivamente.
Neppure gli altri risultati hanno mostrato differenze tra i gruppi. Nei pazienti con TNFi-IR, sulla base di 3 studi, l’RRR per l’ACR20 a 6 mesi è stato di 2,28 (1,31-3,95), a favore dell’efficacia nei pazienti sieropositivi. Gli altri risultati non hanno mostrato differenze significative tra i gruppi. In base alla modalità d’azione, l’efficacia è risultata paragonabile tra pazienti RF-positivi e RF-negativi sia per il trattamento con TNFi sia per quello senza TNFi e anche per i singoli bDMARD.