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Patto per la Terza età: le misure del governo Meloni
Pone le basi della “riforma complessiva delle politiche in favore degli anziani e contro la loro marginalizzazione” il Disegno di legge (ddl) con cui il Governo ha siglato, il 19 gennaio, il “Patto per la Terza età”. Il documento prevede una riforma per attuare le norme della legge di bilancio 2022, con specifico riferimento alla categoria degli anziani non autosufficienti, la realizzazione di uno degli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e l’introduzione dell’assegno unico per gli anziani, graduato sulla base del bisogno assistenziale ed erogabile a scelta del beneficiario sotto forma di trasferimento monetario e di servizi alla persona.
Sostegno a cure palliative e assistenza domiciliare
Il provvedimento intende quindi riconoscere il diritto delle persone anziane alla continuità di vita e di cure presso il proprio domicilio e parte dal principio di semplificazione e integrazione delle procedure per la valutazione complessiva dei bisogni della persona anziana non autosufficiente.
Con la nuova legge, spiega il Governo Meloni, l’Esecutivo agisce su vari fronti. Le novità prevedono: ampliamento delle cure palliative per alleviare il dolore delle persone malate, favorendone la somministrazione sia a livello domiciliare che presso gli hospice; viene potenziata l’assistenza domiciliare con progetti personalizzati, per scongiurare l’effetto “parcheggio” degli anziani in residenze socio assistenziali (Rsa) e strutture sanitarie come quelle per la riabilitazione. Si prevede quindi il collegamento tra gli istituti dell’assistenza domiciliare integrata (ADI) e il servizio di assistenza domiciliare (SAD). A tale proposito è prevista la creazione di “punti unici di accesso” (PUA) diffusi sul territorio dove si potrà eseguire, in una sede unica, una valutazione multidimensionale finalizzata a definire un “progetto assistenziale individualizzato” (PAI) che indicherà tutte le prestazioni sanitarie, sociali e assistenziali necessarie per la persona anziana.
Dal punto di vista strettamente economico, a quanto già previsto per la non autosufficienza, viene aggiunto un nuovo pacchetto di interventi di prestazioni socio-sanitarie. Arrivano anche nuovi incentivi per forme rinnovate di co-housing, la promozione di nuove forme di coabitazione solidale per le persone anziane e di coabitazione intergenerazionale, anche nell’ambito di case-famiglia e condomini solidali, aperti ai familiari, ai volontari e ai prestatori di servizi sanitari, sociali e sociosanitari integrativi. Il provvedimento prevede anche più servizi e ausili per gli anziani in condizione di maggiore fragilità e un sostegno al cosiddetto “turismo lento” all’interno di misure a favore dell’invecchiamento attivo e dell’inclusione sociale.
Maggiore tutela per il caregiver
Maggiore tutela è prevista anche per il caregiver, spesso il familiare che presta le cure alla persona malata e non autosufficiente: oltre 8 milioni in Italia. Nel nostro Paese questa figura assistenziale non è ancora riconosciuta legalmente. Attualmente il caregiver ha diritto ad alcune – poche – agevolazioni. Innanzitutto quelle previste dalla legge 104, cioè permessi singoli per i dipendenti di un’azienda che prestano assistenza a persone con disabilità gravi entro il 2° grado di parentela. Le agevolazioni per tutti coloro che si trovano in condizioni di non autosufficienza sono diverse e vanno dal riconoscimento dell’invalidità – cosiddetta legge 104 – all’indennità di accompagnamento fino alla detrazione delle spese mediche. Il Bonus caregiver, cioè detrazioni fiscali per assistenza, è previsto nel caso in cui il reddito dell’assistito sia inferiore a 2.830,51 euro all’anno, risulta fiscalmente a carico dei propri famigliari, che ottengono così il diritto ad una detrazione sull’Irpef, tanto maggiore quanto più basso è il reddito familiare.