Telemedicina

Reumatologia in Italia, cresce l’uso degli strumenti digitali

Nell’ultimo anno la comunicazione digitale tra pazienti e specialisti reumatologi, con telefonate o videochiamate di controllo, è cresciuta del 19%. Lo rivela una ricerca svolta dall’Osservatorio Sanità Digitale del Politecnico di Milano in collaborazione con APMARR – Associazione Nazionale Persone con Malattie Reumatologiche e Rare.

L’indagine mette in luce anche un maggiore utilizzo dei servizi di telemonitoraggio dei parametri clinici (+12%), delle televisite con lo specialista (+8%) e il medico di medicina generale (+5%) e della teleriabilitazione (+3%).

Inoltre il 60% degli intervistati ha dichiarato il proprio interesse all’utilizzo di app per la raccolta dei PROMs (Patient-Reported Outcome Measures), ossia impressioni del paziente su sintomi e risultati clinici e PHE-S® (Patient Health Engagement Scale), indice che misura il livello di coinvolgimento attivo del paziente nel percorso clinico.

Antonella Celano, presidente di APMARR, in occasione della presentazione dell’indagine a Roma, al convegno: “La digitalizzazione delle cure in reumatologia”, ha detto:

La capacità di coinvolgere la persona nelle scelte di cura è fondamentale per comprendere quale tipo di esperienza abbia vissuto. Ancora oggi, purtroppo, i pazienti sono costretti a spostarsi da un centro all’altro per vedersi garantite le cure e pensiamo quindi che la digitalizzazione e la partecipazione attiva delle persone possa favorire una presa in carico davvero globale della persona con una patologia reumatologica”

I reumatologi italiani e la telemedicina

Una survey online condotta dall’Osservatorio Sanità Digitale del Politecnico di Milano su un campione di 85 reumatologi, con il supporto della Società Italiana di Reumatologia (SIR), di APMARR e del Collegio Reumatologi Italiani (CReI), rivela che solo il 20% consiglia l’utilizzo di app per la salute ai propri pazienti, anche se il 63% degli specialisti dichiara che aumenterà il ricorso agli strumenti digitali per la presa in carico dei pazienti.

La televisita nell’ultimo anno è stata adottata da quasi la metà del campione intervistato, anche se  ha riguardato meno del 10% dei pazienti.

Gli esperti sottolineano il ruolo cruciale della formazione per rendere operativi gli strumenti offerti dalla telemedicina, secondo Cristina Masella, responsabile scientifico dell’Osservatorio Sanità Digitale del Politecnico di Milano:

Il modello di presa in carico che è emerso dal progetto apre a un lavoro in team e ad una valorizzazione del ruolo dell’infermiere nella gestione del follow-up delle malattie reumatiche. Ruolo che in parte è già svolto in alcuni centri di reumatologia italiani, ma che in prospettiva potrebbe avere una diffusione sempre maggiore”.

Un progetto pilota per considerare anche il coinvolgimento dei pazienti

APMARR ha annunciato il lancio di  “Correre per Apmarr”, progetto pilota per la presa in carico e la cura del paziente reumatologico. Alla base dell’iniziativa c’è l’esperienza della UOC di Reumatologia del Policlinico di Bari, (diretta dal Prof. Florenzo Iannone) dove, dal 2018, è stato avviato un percorso di follow-up del paziente basato su una cartella clinica informatizzata che comprende sia i dati clinici, sia i PROMS.

Guendalina Graffigna, ordinario di Psicologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Cremona e direttore del centro di ricerca EngageMinds HUB, spiega:

La nostra idea è quella di creare un algoritmo più complesso che metta a disposizione del clinico non soltanto i dati biologici ma anche un feedback sui livelli di coinvolgimento del paziente, aspetti più qualitativi che sappiamo però essere fondamentali per l’efficacia della cura. Questo dovrebbe consentire di scegliere quale tipo di follow-up attivare: digitale o in presenza”.