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Protesi d’anca, l’incidenza reale delle complicanze è maggiore del previsto
L’incidenza delle lussazioni può arrivare al 3,5%
L’incidenza cumulativa “reale” della lussazione dopo artroplastica totale dell’anca (ATA) può raggiungere il 3,5%. È quanto si evince dai risultati di uno studio pubblicato online sulla rivista “Journal of Bone & Joint Surgery” da Lars Hermansen e colleghi, dell’Odense University Hospital di Esbjerg, Danimarca.
Gli autori hanno analizzato il Danish Hip Arthroplasty Register, un ampio database di dati clinici della nazione. Hanno così identificato 31.105 casi di osteoartrosi primaria che hanno avuto l’indicazione per un intervento di ATA, eseguito tra il 2010 al 2014, e per il quale erano disponibili due anni di follow-up. L’obiettivo era quello di valutare l’incidenza cumulativa di lussazione dell’anca (revisioni e riduzioni chiuse) dopo ATA (primo intervento).
I ricercatori hanno riscontrato 1.861 lussazioni in 1.079 ATA, corrispondenti a un’incidenza cumulativa a due anni del 3,5%. Rispetto alle lussazioni identificate come tali dal registro, questo numero rappresenta un aumento del 50%.
Più nello specifico, tre quarti delle lussazioni si sono verificate nei primi tre mesi dopo l’intervento. Il rischio di lussazione era più basso tra i pazienti di età inferiore ai 65 anni (odds ratio [OR]: 0,70) e più alto tra quelli di età superiore ai 75 anni (OR: 1,32) rispetto a quelli di età compresa tra i 65 e i 75 anni. Si è registrato anche un rischio più basso tra gli uomini (OR: 0,86), quelli con fissazione cementata (OR: 0,71) e approccio laterale (OR: 0,28). è emerso invece un rischio maggiore di lussazione con una dimensione della testa femorale protesica di 32 millimetri (OR: 1,27) rispetto a quelle di 36 mm.