Artrite-reumatoide

Artrite reumatoide, il trattamento con bDMARD non comporta un aumento del rischio di cancro

Il trattamento con tocilizumab/sarilumab, abatacept o rituximab in pazienti affetti da artrite reumatoide (AR) non è associato a un aumento del rischio di cancro rispetto ai pazienti trattati con TNFi e a quelli naïve ai bDMARD (farmaci biologici antireumatici modificanti la malattia) in un contesto di real world. È quanto riferiscono su “Rheumatology” Rasmus Westermann, dell’Università di Aalborg, in Danimarca, e colleghi. Quelli riportati nell’articolo sono i risultati di uno studio di coorte basato su un registro nazionale di pazienti affetti da AR che iniziano il trattamento con tocilizumab/sarilumab, abatacept, rituximab, TNFi e pazienti bDMARD-naive al secondo tipo di DMARD sintetico convenzionale (csDMARD). I pazienti sono stati identificati in DANBIO, un registro nazionale danese di pazienti trattati con farmaci biologici, e seguiti per cancro dal 2006 al 2020.

I pazienti potevano contribuire con più trattamenti, e gli anni-persona (PYRS), i decessi e i tumori sono stati assegnati a ciascun gruppo di trattamento secondo l’ultimo tipo di trattamento. Sono poi stati calcolati gli hazard ratio (HR) per il cancro in ciascun gruppo di tocilizumab/sarilumab, abatacept e rituximab rispetto ai gruppi TNFi e bDMARD naïve, rispettivamente.

In totale, sono stati identificati 21.982 inizi di trattamento, 96.475 PYRS e 1.423 tumori. Non si è registrato un aumento statisticamente significativo degli HR per il cancro complessivo nei gruppi di trattamento con tocilizumab/sarilumab, abatacept o rituximab (gli HR variavano da 0,7 a 1,1). Più di cinque anni di esposizione ad abatacept hanno mostrato un aumento non significativo dell’HR rispetto al TNFi (HR 1,41, intervalli di confidenza IC al 95%: 0,74-2,71). Per i tumori ematologici, il trattamento con rituximab ha mostrato HR non significativamente ridotti: rispetto al TNFi (HR 0,09; IC al 95%: 0,00-2,06) e ai bDMARD-naïve (HR 0,13; IC al 95%: 0,00-1,89).