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Gli ostacoli all’attività fisica nelle malattie reumatiche e muscoloscheletriche

L’attività fisica (PA) è una strategia chiave per migliorare i sintomi nelle persone con malattie reumatiche e muscoloscheletriche (RMD). È per questo che uno studio pubblicato sulla rivista “Clinical Rheumatology” da George S. Metsios dell’Università della Tassaglia a Trikala, in Grecia, e colleghi ha censito e classificato l’importanza delle barriere e dei facilitatori noti per chi vuole impegnarsi nell’attività fisica, dal punto di vista delle persone affette da RMD.

Un sondaggio su barriere e facilitatori dell’attività fisica

Gli autori hanno analizzato le risposte date da 533 soggetti con RMD a un sondaggio di nove domande diffuso dalla rete People with Arthritis and Rheumatism (PARE) dell’European Alliance of Associations for Rheumatology (EULAR). Il sondaggio richiedeva ai partecipanti di classificare – in base all’importanza percepita – le barriere e i facilitatori dell’attività fisica noti in letteratura, in particolare i sintomi delle RMD e i fattori sanitari e comunitari che possono influire sullo svolgimento della stessa attività.

Il 58% dei partecipanti ha indicato l’artrite reumatoide come diagnosi principale, l’89% era di sesso femminile e il 59% aveva un’età compresa tra 51 e 70 anni.

Complessivamente, i partecipanti hanno indicato la fatica (61,4%), il dolore (53,6%) e le articolazioni dolorose/gonfie (50,6%) come le barriere più significative. Al contrario, la riduzione della fatica (66,8%) e del dolore (63,6%) e la possibilità di svolgere più facilmente le attività quotidiane (56,3%) sono stati identificati come i più importanti fattori di facilitazione.

Anche le tre barriere all’attività fisica identificate in letteratura – salute generale (78,8%), forma fisica (75,3%) e salute mentale (68,1%) – sono state identificate come importanti. I sintomi delle RMD, come il dolore e la fatica, sembrano essere considerati i principali ostacoli alla PA dalle persone con RMD; gli stessi ostacoli sono anche quelli che vogliono migliorare aumentando l’attività fisica, suggerendo una relazione bidirezionale tra questi fattori.