Osteoday

D-dimero plasmatico marker di infezione articolare periprotesica

Nei pazienti sottoposti a revisione di artroplastica dell’anca o del ginocchio, il D-dimero plasmatico è non inferiore alla proteina C-reattiva (CRP) e alla velocità di eritrosedimentazione (VES) per la diagnosi di infezione articolare periprotesica (PJI). È quanto emerso da uno studio pubblicato sul “Journal of Bone & Joint Surgery” da Saad Tarabichi del Rothman Orthopaedic Institute della Thomas Jefferson University di Philadelphia, e colleghi.

Il risultato è frutto di uno studio prospettico che ha coinvolto 502 pazienti sottoposti a revisione di artroplastica dell’anca o del ginocchio in cui i tre parametri sono stati misurati prima dell’intervento.

Un utile complemento per lo screening

Grazie all’analisi statistica dei dati, relativi a 412 pazienti, i ricercatori hanno scoperto che 95 (23,1%) avevano PJI. Per determinare se le differenze nelle aree sotto la curva (AUC) tra i marcatori fossero significative, è stato eseguito un confronto a coppie con correzione di Bonferroni.

Tutti e quattro i marcatori sierologici avevano un’accuratezza comparabile per la diagnosi di PJI: i valori di AUC, sensibilità e specificità sono risultati, rispettivamente, pari a 0,860, 81,3% e 81,7% per il D-dimero; 0,862, 90,4% e 70,0% per la CRP; 0,833; 73,9% e 85,2% per la VES; 0,798, 74,7% e 75,4% per il fibrinogeno (p> 0,05 per tutti). Il D-dimero ha dimostrato la massima sensibilità, pari al 93,8%, per la diagnosi di infezioni non dolorose.

Secondo le conclusioni degli autori, i risultati dello studio supportano l’ipotesi che il D-dimero possa essere un utile complemento per lo screening dei pazienti sottoposti a revisione dell’artroplastica articolare totale. Tuttavia, continuano gli autori, “a causa dell’eterogeneità nella misurazione dei livelli di D-dimero, l’applicazione di una soglia diagnostica universale non è attualmente raccomandata”.