Eritema

Lupus, lo stato di bassa attività di malattia riduce la mortalità

Nei pazienti con lupus eritematoso sistemico, lo stato di bassa attività di malattia del lupus (lupus low disease activity state, LLDAS) è associato a un rischio di morte significativamente inferiore rispetto a quello del resto della popolazione di soggetti con questa condizione. Lo riporta un articolo apparso su “Lancet Rheumathology” a firma di Rangi Kandane-Rathnayake della Monash University a Clayton, in Australia. Oltre a ciò, è emerso che la remissione non riduce ulteriormente il rischio di mortalità rispetto al LLDAS.

Si tratta di uno studio di coorte prospettico, multinazionale e longitudinale, in cui sono stati analizzati i dati dei pazienti con LES della coorte Asia Pacific Lupus Collaboration raccolti tra il 2013 e il 2020. I pazienti eleggibili erano adulti (di età ≥18 anni) che soddisfacevano i criteri di classificazione modificati dell’American College of Rheumatology del 1997 per il LES o i criteri di classificazione della Systemic Lupus International Collaborating Clinics del 2012.

L’esito primario era la mortalità per tutte le cause, mentre l’LLDAS, la remissione e le variazioni della remissione con soglie di glucocorticoidi più basse erano le variabili di esposizione primarie.

Su un totale di 4106 pazienti della coorte, 3811 (92,8%) sono stati inclusi nell’analisi finale (follow-up mediano 2,8 anni [IQR: 1,0-5,3]; 3509 [92,1%] donne e 302 [7,9%] uomini), di cui 80 sono deceduti durante il periodo di osservazione (tasso di mortalità grezzo 6,4 decessi per 1000 anni-persona). L’LLDAS è stato raggiunto almeno una volta in 43 (53,8%) degli 80 partecipanti deceduti e in 3035 (81,3%) dei 3731 partecipanti vivi alla fine dello studio (p< 0,0001); 22 (27,5%) partecipanti deceduti contro 1966 (52,7%) vivi alla fine dello studio hanno raggiunto la LLDAS per almeno il 50% del tempo osservato (p <0,0001).

La remissione è stata raggiunta da 32 (40,0%) degli 80 deceduti e da 2403 (64,4%) dei 3731 partecipanti vivi alla fine dello studio (p< 0,0001); 14 (17,5%) partecipanti deceduti contro 1389 (37,2%) vivi alla fine dello studio hanno raggiunto la remissione per almeno il 50% del tempo osservato (p< 0,0001).

L’LLDAS per almeno il 50% del tempo osservato (hazard ratio aggiustato: 0,51; IC al 95%: 0,31-0,85; p= 0,010) e la remissione per almeno il 50% del tempo osservato (0,52; IC al 95%: 0,29-0,93; p= 0,027) erano associati a un rischio ridotto di mortalità. La modifica della soglia di remissione con glucocorticoidi (<5,0 mg/die di prednisolone) è risultata più protettiva contro la mortalità rispetto alle attuali definizioni di remissione (0,31; IC al 95%: 0,12-0,77; p= 0,012) e la remissione senza glucocorticoidi è risultata la più protettiva (0,13 IC al 95%: 0,02-0,96];  p= 0,046).