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Golimumab efficace e sicuro nella spondilite anchilosante
Pubblicati i risultati dello studio GO-ALIVE su più di 200 pazienti
Nello studio GO-ALIVE, i cui risultati sono descritti in un articolo apparso sul Journal of Rheumatology a prima firma John Reveille, dell’Università del Texas a Houston e colleghi, golimumab per via endovenosa alla dose di 2 mg/kg è risultato sicuro ed efficace nel trattamento di pazienti con spondilite anchilosante attiva.
Nello studio sono stati coinvolti complessivamente 208 pazienti con diagnosi di spondilite anchilosante, randomizzati a ricevere infusioni endovenose di golimumab 2 mg/kg (n = 105) al basale, a 4 settimane e successivamente ogni 8 settimane, oppure placebo (n = 103) al basale, a 4 e a 12 settimane e golimumab a 16 e 20 settimane e successivamente ogni 8 settimane fino a un anno.
L’efficacia è stata valutata dopo un anno di trattamento utilizzando i criteri dell’Assessment of Spondyloarthritis International Society (ASAS), l’Ankylosing Spondylitis Disease Activity Score (ASDAS), il Bath AS Disease Activity Index (BASDAI) e il Bath AS Functional Index (BASFI). La qualità della vita correlata alla salute è stata valutata utilizzando la scala AS Quality of Life. Inoltre, i pazienti sono stati monitorati per eventuali eventi avversi fino a 60 settimane.
Dall’analisi dei dati, è emerso che circa il 73,3% dei pazienti nel braccio golimumab, rispetto al 26,2% nel gruppo placebo, ha raggiunto l’endpoint primario dello studio, conseguendo un miglioramento maggiore o uguale al 20% nella valutazione ASAS.
Dopo 16 settimane di trattamento, un numero maggiore di pazienti nel gruppo trattato con golimumab, inoltre, presentava un punteggio di entesite pari a 0 rispetto al placebo (43,7% vs. 14,1%). I miglioramenti nell’AS Quality of Life erano maggiori nei pazienti nel gruppo golimumab rispetto al placebo a 16 settimane e questi miglioramenti sono stati mantenuti alla settimana 52. Si sono verificati otto eventi avversi gravi, compresi due nel gruppo golimumab fino alla settimana 16, ma non sono emersi infezioni opportunistiche, eventi demielinizzanti, tumori maligni o decessi correlati al trattamento.