Uno studio in real world ha valutato l’incidenza di patologie cardiovascolari in relazione alla terapia con farmaci antinfiammatori non steroidei ad alto e basso dosaggio
I pazienti con spondilite anchilosante (SA) che assumono una dose maggiore di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) possono essere a maggior rischio di patologie cardiovascolari (CVD), secondo i risultati di uno studio pubblicato su “Annals of the Rheumatic Diseases”.
Ji-Won Kim dell’Università cattolica di Daegu, in Corea del Sud, e colleghi hanno condotto uno studio di coorte nazionale sulla base del database dell’assicurazione sanitaria nazionale coreana, considerando in particolare i pazienti con SA di nuova diagnosi senza CVD pregresse tra il 2010 e il 2018.
L’outcome primario era un composito di cardiopatia ischemica, ictus o insufficienza cardiaca congestizia. L’esposizione ai FANS è stata valutata utilizzando un approccio variabile nel tempo. La dose di FANS è stata considerata in ogni periodo di esposizione. Complessivamente, sono stati considerati 19.775 pazienti (età media, 36 anni; per il 75% uomini), dei quali 19.706 hanno ricevuto un trattamento con FANS.
Durante il periodo di follow-up di 98.290 anni-persona, si sono verificati 1.663 casi di CVD, tra cui 1.157 casi di cardiopatia ischemica, 301 casi di ictus e 613 casi di scompenso cardiaco congestizio. L’aumento della dose di FANS è stato associato all’insorgenza di CVD dopo aggiustamento per fattori confondenti (HR aggiustato (aHR): 1,10; IC al 95%: da 1,08 a 1,13).
In particolare, l’aumento della dose di FANS è stato associato all’insorgenza di cardiopatia ischemica (aHR: 1,08; IC al 95%: 1,05 – 1,11), ictus (aHR 1,09; IC al 95% 1,04 – 1,15) e scompenso cardiaco congestizio (aHR: 1,12; IC al 95%: 1,08 – 1,16). L’associazione tra la dose di FANS e il rischio di CVD più elevato era coerente in diversi sottogruppi considerati.