Secondo quanto riferito su Arthritis Research & Therapy da Xiaomei Leng, del Peking Union Medical College Hospital a Beijing, in Cina, e colleghi, il…
L’interferenza del dolore nell’artrite idiopatica giovanile
Il dolore rimane un problema serio per molti bambini affetti da artrite idiopatica giovanile (JIA). Per comprendere meglio l’interferenza del dolore nei bambini con JIA e identificare i fattori potenzialmente modificabili, Rachel L. Randell, del Duke Clinical Research Institute a Durham, negli Stati Uniti, e colleghi hanno condotto uno studio trasversale, osservazionale e multicentrico coinvolgendo 355 bambini con JIA. Questi ultimi sono stati valutati con il Patient-Reported Outcomes Measurement Information System (PROMIS) Pediatric Pain Interference (PI) e i dati raccolti sono stati confrontati con altre misure del dolore e con variabili demografiche, cliniche, psicosociali e funzionali.
Secondo quanto si legge sul “Journal of Rheumatology”, che pubblica lo studio, il 27% del campione ha riferito un PI moderato o grave e il 13,3% ha riferito dolore quotidiano. Il PI era correlato con altre misure del dolore. L’aumento dell’età, la diminuzione della durata della malattia e l’aumento del numero di articolazioni attive, così come la presenza di malattia attiva, il trattamento steroideo e il trattamento biologico, sono tutti risultati associati a un PI maggiore.
Tutte le misure psicosociali e funzionali del PROMIS sono state associate al PI nella direzione prevista, tranne il PROMIS Pediatric Physical Activity, che non ha mostrato alcuna associazione. Nelle analisi multivariabili, solo il PROMIS Fatica, il PROMIS Mobilità e l’interazione esplorativa tra PROMIS Ansia e trattamento con farmaci antireumatici modificanti la malattia sono risultati significativi.
Secondo le conclusioni degli autori, la PI moderata e grave è risultata prevalente in questo campione di bambini con JIA. La PI è aumentata con l’età e gli indicatori di attività della malattia, ma è stata più fortemente associata all’aumento della fatica e alla diminuzione della mobilità. I risultati supportano l’uso del PI come misura del dolore multidimensionale, breve e facilmente somministrabile, nell’ambito dell’assistenza clinica di routine. Fatica, mobilità e attività della malattia dovrebbero essere valutate ulteriormente quando il PI è elevato.