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Frattura dell’anca, effetti dell’acido zoledronico somministrato durante il ricovero iniziale

L’acido zoledronico somministrato durante il ricovero iniziale (IP-ZA) per frattura migliora significativamente il tasso di trattamento dell’osteoporosi, ma gli esiti clinici dell’IP-ZA dopo una frattura dell’anca rimangono incerti.

È per questo motivo che ricercatori del Massachusetts General Hospital a Boston, negli Stati Uniti hanno condotto sul tema uno studio di coorte che ha emulato uno studio randomizzato e controllato. Sono stati utilizzati dati reali per valutare il rischio di mortalità per tutte le cause e di nuove fratture confermate radiologicamente tra i pazienti ricoverati per una frattura dell’anca che avevano ricevuto IP-ZA rispetto ai controlli abbinati per propensity score. I controlli, nello specifico, sono stati arruolati tra soggetti per i quali era indicato un trattamento anti-osteoporosi ma non era stato iniziato IP-ZA durante il ricovero indice.

La coorte primaria comprendeva 652 pazienti trattati con IP-ZA (gruppo IP-ZA) e 1.926 controlli abbinati (gruppo non trattato); il 71,7% era donne e l’età media era di 80,9 anni.

La mortalità cumulativa per tutte le cause nei 24 mesi di follow-up per il gruppo IP-ZA è stata del 12,3% e del 20,7% per il gruppo non trattato (hazard ratio [HR]: 0,62; IC al 95%; p< 0,001). Un totale di 585 (89,7%) pazienti del gruppo IP-ZA ha ricevuto una sola dose di ZA durante i 24 mesi e il tasso di mortalità per questo gruppo a dose singola è risultato del 13,3%, significativamente inferiore a quanto osservato nel gruppo non trattato (HR: 0,70; IC al 95%; p = 0,003). I tassi di nuove fratture vertebrali cumulative successive, confermate radiologicamente, sono stati del 2,0% nel gruppo IP-ZA e del 5,4% nel gruppo non trattato (HR: 0,40; IC al 95%; p= 0,001). Un tasso altrettanto ridotto di nuove fratture vertebrali è stato osservato nel sottogruppo a dose singola (1,9% vs. 5,4%; HR: 0,44; IC al 95%; p= 0,008).

L’acido zoledronico somministrato ai pazienti durante l’ospedalizzazione iniziale per la frattura dell’anca, è stato associato a una minore mortalità per tutte le cause e a un minor rischio di nuove fratture vertebrali confermate radiologicamente, offrendo così un meccanismo per ridurre il gap di trattamento nei pazienti che hanno subito una frattura da fragilità dell’anca.