anziano-cuore-medico

Artrite reumatoide, l’uso di bDMARD non aumenta il rischio cardiovascolare

Moderati aumenti dei livelli di lipidi durante il trattamento con farmaci biologici antireumatici modificanti la malattia (bDMARD) non sono associati a un aumento del rischio cardiovascolare, indipendentemente dal bDMARD iniziato. È quanto emerso da uno studio pubblicato su “Seminars in Arthritis and Rheumatism” da Dimitrios A Pappas, della Corrona Research Foundation di Albany, negli Stati Uniti, e colleghi.

I pazienti con AR che hanno iniziato un bDMARD sono stati valutati al basale, 3 e 6 mesi dopo. Modelli longitudinali a effetti misti hanno esaminato l’associazione dei singoli biologici con le variazioni dei livelli lipidici del Reynolds Risk Score (RRS) e del punteggio di rischio Framingham. La mediazione della proteina C reattiva (CRP), dell’indice di attività clinica della malattia (CDAI) o del numero di articolazioni gonfie sui cambiamenti dei lipidi è stata modellata utilizzando modelli di equazioni strutturali. È stata stimata la correlazione tra le variazioni di CRP e le variazioni di LDL. Sono state confrontate le variazioni di LDL-C a 6 mesi tra i pazienti con LDL-C basso al basale (<90 mg/dl) e LDL-C più alto al basale (90-130 e >130 mg/dl). È stata valutata l’associazione tra le variazioni di LDL-C tra i gruppi di LDL-C al basale e il miglioramento dell’attività di malattia.

Sono state analizzate 1698 terapie con bDMARD. I pazienti che hanno iniziato con tocilizumab hanno avuto un aumento significativo dei livelli lipidici, ma la RRS a 3 e 6 mesi è stata simile per tutti i biologici. Il punteggio di rischio Framingham è aumentato nei pazienti trattati con tocilizumab. Le analisi dei mediatori sono risultate statisticamente significative per gli effetti della CRP sui livelli lipidici. Gli aumenti dell’LDL-C rispetto al basale erano indipendenti dalla risposta clinica. È stata osservata un’associazione tra le variazioni della CRP rispetto al basale e l’LDL-C in tutti i bDMARD studiati.