artrite-reumatoide

Esiti del trattamento biologico sequenziale nei pazienti con AR

I pazienti con artrite reumatoide (AR) con fallimento secondario a un primo TNFi hanno risposto meglio a un secondo agente biologico rispetto a quelli con fallimento primario, indipendentemente dalla scelta del biologico. È quanto emerge da uno studio pubblicato sul “Journal of Clinical Rheumatology” da Louis Bessette del Centre de Recherche du CHU de Québec–Université Laval, in Canada, e colleghi.

Sono stati inclusi nello studio i pazienti con AR biologicamente naïve e con un indice di attività clinica della malattia (CDAI) >10, che hanno iniziato il primo TNFi per ≥3 mesi e poi sono passati a un secondo biologico. Il fallimento secondario è stato definito come due visite consecutive con CDAI basso e successivo passaggio a un secondo biologico mentre i pazienti avevano un CDAI moderato/grave. Il fallimento primario veniva decretato quando non era soddisfatta la definizione di fallimento secondario o se il paziente aveva almeno un CDAI moderato/grave dopo 3 mesi di trattamento. Gli autori hanno utilizzato la regressione logistica multivariabile per confrontare il fallimento primario con quello secondario per il raggiungimento di CDAI ≤10 (outcome primario) e di differenze minime clinicamente importanti (outcome secondario) a 6 mesi dallo switch.

Dei 462 pazienti inclusi, il 64,3% e il 35,7% ha interrotto il primo TNFi a causa di un fallimento primario e secondario, rispettivamente. I pazienti con fallimento primario avevano una malattia più grave (CDAI medio, 26,39 vs. 21,61; p< 0,001). La probabilità di raggiungere un CDAI ≤10 (odds ratio: 4,367; IC al 95%: 2,428-7,856) e la minima differenza clinicamente importante (odds ratio: 2,851; IC al 95%: 1,619-5,020) era significativamente più alta per il fallimento secondario rispetto a quello primario, indipendentemente dalla scelta di un secondo agente.