Covid-19, maggior rischio di infezione e di malattia grave nei pazienti con gotta

Anche quando vaccinati, i pazienti con gotta – in particolare  quelli di sesso femminile – hanno un rischio maggiore di infezione da SARS-CoV-2 e di esiti gravi rispetto alla popolazione generale. È quanto si legge in un articolo apparso su “Arthritis & Rheumatology” a prima firma di Yuqing Zhang, della Harvard Medical School di Boston, negli Stati Uniti.

Le donne con gotta hanno un rischio maggiore di ospedalizzazione

Si tratta dei risultati di due studi di coorte basati sull’analisi dei dati raccolti nel Regno Unito dalla rete Health Improvement Network: soggetti con gotta e senza gotta sono stati seguiti dal dicembre 2020 all’ottobre 2021. Sono stati valutati alcuni parametri, quali la differenza di tassi (RD) e l’hazard ratio (HR) dell’infezione da SARS-CoV-2 e degli esiti gravi (ospedalizzazione e morte entro 30 giorni dopo l’infezione da SARS-CoV-2) per gli individui con gotta rispetto a quelli senza gotta, considerando in particolare  lo stato vaccinale.

Nella coorte vaccinata, si sono verificati 1955 casi di infezione da COVID-19 in 54.576 soggetti con gotta (4,68 casi per 1000 persone-mese) e 52.468 casi in 1.336.377 soggetti senza gotta (3,76 casi per 1000 persone-mese). La RD parzialmente aggiustata dell’infezione post-vaccinale era di 0,91 casi per 1000 persone-mese (IC al 95%: 0,62-1,20 casi per 1000 persone-mese) e l’HR parzialmente aggiustato era di 1,24 (IC al 95%: 1,19-1,30). La gotta era anche associata a un aumento del rischio di ospedalizzazione (HR aggiustato 1,30 [IC al 95%: 1,10-1,53]) e di morte (HR aggiustato 1,36 [IC al 95%: 0,87-2,13]).

Le donne con gotta avevano un rischio maggiore di ospedalizzazione (HR aggiustato 1,55 [IC al 95%: 1,15-2,10]) e di morte (HR aggiustato 2,46 [IC al 95%: 1,12-5,41]). Associazioni simili con la gotta sono state osservate nella coorte non vaccinata.