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Traiettorie del trattamento con glucocorticoidi nella polimialgia reumatica

Molti pazienti affetti da polimialgia reumatica (PMR) che non interrompono l’uso di glucocorticoidi (GC) entro un anno dall’inizio della terapia sono esposti a dosi cumulative elevate di GC, associate a un rischio elevato di tossicità. È quanto si legge in un articolo firmato sulla rivista “RMD Open” a firma di Yoshiya Tanaka e colleghi, dell’Università di salute occupazionale e ambientale del Giappone di Kitakyushu.

Si tratta di uno studio condotto per identificare i modelli di trattamento con GC nei pazienti con PMR ed esplorare i profili dei pazienti che possono beneficiare di interventi che risparmiano GC. La ricerca è stata condotta utilizzando un database di cartelle cliniche elettroniche di cittadini giapponesi. Gli autori hanno identificato i pazienti con PMR di età ≥50 anni a cui erano stati iniziati 5-<30 mg/die di GC con un aumento dei marcatori infiammatori. La modellizzazione della traiettoria basata sul gruppo (GBTM) è stata utilizzata per caratterizzare i modelli di trattamento dei GC nell’arco di 52 settimane. Sono state analizzate le caratteristiche cliniche, comprese le variazioni delle dosi di GC, i livelli longitudinali di proteina C-reattiva, l’uso di immunosoppressori e le tossicità correlate al GC.

Tra i 452 pazienti eleggibili con PMR, sono state identificate quattro traiettorie di trattamento: in rapido declino (19,0%), a basso dosaggio (36,9%), a dosaggio intermedio (32,5%) e ad alto dosaggio (11,5%). I gruppi in rapido declino e a basso dosaggio presentavano un maggior numero di pazienti di età ≥80 anni e con comorbilità. Le dosi mediane alla settimana 52 nei gruppi a basso, intermedio e alto dosaggio erano rispettivamente di 3,0, 4,0 e 7,5 mg/die. Questi gruppi presentavano dosi cumulative più elevate e maggiori tossicità correlate alla GC rispetto al gruppo a rapido declino, che è stato ridotto a 0 mg/die entro la settimana 8. L’incidenza cumulativa dell’uso di immunosoppressori alla settimana 52 era del 6,1%-10,5%, anche nel gruppo ad alte dosi.

Secondo gli autori, i risultati ottenuti evidenziano la necessità di riconsiderare le strategie di trattamento dei pazienti con PMR, compreso l’uso di agenti in grado di evitare l’assunzione di glucorticoidi.

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