Nell'artrite reumatoide iniziale l'obesità riduce la probabilità di remissione

Effetto dei GLP-1 sui pazienti con artrite reumatoide

L’uso di agonisti del recettore del peptide-1 del glucagone (GLP-1RA) è associato a miglioramenti nell’attività della malattia dell’artrite reumatoide (RA) e nei fattori di rischio cardiovascolare tra i pazienti in sovrappeso o in obesità, secondo i risultati di uno studio pubblicato sulla rivista “ACR Open Rheumatology” da David A. Kellner, dell’Università della California a Los Angeles, e colleghi.

Si tratta di uno studio retrospettivo di revisione delle cartelle cliniche di pazienti con RA con un indice di massa corporea ≥27 a cui era stato prescritto un GLP-1RA (semaglutide o tirzepatide). Tra il 2018 e il 2024, 173 pazienti con RA sono stati identificati nel gruppo di trattamento (a cui è stato prescritto e assunto un GLP-1RA) e 42 pazienti con RA sono stati identificati nel gruppo di controllo (a cui è stato prescritto ma non assunto GLP-1RA). I pazienti sono stati valutati a intervalli di tre mesi per un massimo di un anno dopo la prescrizione. Le misure di esito includevano l’attività della malattia di RA, i marcatori di rischio cardiovascolare e gli esiti riferiti dai pazienti. I cambiamenti nelle misure di outcome all’interno e tra i gruppi sono stati valutati con modelli lineari a effetti misti, con aggiustamenti per le caratteristiche basali che differivano significativamente tra i gruppi.

I pazienti trattati con GLP-1RA hanno registrato riduzioni significativamente maggiori dell’attività della malattia di RA, del dolore, del peso corporeo, del colesterolo totale e dell’emoglobina glicosilata rispetto ai controlli (p< 0,05). All’interno del gruppo di trattamento, si sono registrate anche riduzioni significative della velocità di sedimentazione degli eritrociti, dei valori di proteina C-reattiva, dei valori di colesterolo lipoproteico a bassa densità e dei valori di trigliceridi (p< 0,05).

Quasi un terzo del gruppo di trattamento ha interrotto il GLP-1RA durante il periodo di studio e l’effetto avverso più comune è stato quello gastrointestinale.

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