terapia occupazionale

Riabilitazione, la terapia occupazionale per migliorare la qualità della vita

Promuovere la salute e il benessere attraverso l’occupazione, ovvero l’utilizzo delle attività quotidiane, manuali e ludiche, per migliorare le capacità di adattamento fisico, cognitivo, sociale e psicologico della persona. Questo è l’obiettivo della terapia occupazionale, sempre più presente, accanto alle terapie convenzionali, per la cura e recupero funzionale dei pazienti affetti da patologie del sistema nervoso centrale e/o periferico.

Chiara Motti, terapista occupazionale dell’unità di riabilitazione neurologica – Centro Vamp (Valutazione e assistenza multispecialistica Parkinson), del Policlinico San Marco di Zingonia (BG), spiega:

La terapia occupazionale interviene nell’ambito della prevenzione, cura e riabilitazione delle persone affette da malattie e disordini fisici e psichici, sia con disabilità temporanee, sia permanenti, utilizzando attività espressive, manuali rappresentative, ludiche, della vita quotidiana. In questo modo, i pazienti vengono attivamente coinvolti nel processo riabilitativo e i risultati della terapia occupazionale sono diversificati e adattati per ciascuno.”

Tre aree di attività per tornare ad una vita piena

Le occupazioni vengono solitamente suddivise in 3 aree: cura di sé (vestirsi, mangiare, lavarsi); attività produttive (lavoro o scuola) e tempo libero (sport, giardinaggio). Le attività proposte ai pazienti nell’ambito della terapia occupazionale sono attentamente selezionate e graduate a seconda dei bisogni e desideri della persona. Inoltre vengono tenute in considerazione componenti come l’età, il contesto sociale e la malattia. La dottoressa Motti sottolinea:

Attraverso l’osservazione e l’analisi della performance occupazionale della persona il terapista occupazionale valuta ed elabora il programma riabilitativo del paziente per favorirne la partecipazione nella vita quotidiana, intervenendo anche sugli ambienti di vita, come il proprio domicilio, la scuola o il posto di lavoro.”

Questo tipo di riabilitazione è utilizzata in diverse fasce ‘età, dall’età pediatrica – in presenza di paralisi cerebrali infantili o disturbi dell’apprendimento, sindrome da deficit dell’attenzione, iperattività e disturbi dello spettro autistico – alle persone anziane, per garantire il mantenimento dell’autonomia nella vita quotidiana e in chi soffre di patologie neurologiche tra cui ictus, trauma cranico, sclerosi multipla e malattia di Parkinson, ma anche di malattie reumatologiche e ortopediche tra cui artrosi, artrite reumatoide e fratture, oltre che in presenza di patologie psichiatriche tra cui schizofrenia, disturbo bipolare e depressione.

Piani terapeutici personalizzati

La messa a punto della terapia occupazionale tiene conto della storia personale dell’individuo, delle sue aspettative, delle sue occupazioni, della sua routine, della sua storia familiare e della sua attuale condizione sociale e abitativa.

“Tutte queste informazioni vengono reperite attraverso il colloquio e la valutazione iniziale – continua la terapeuta – che è finalizzata a rilevare limitazioni e capacità residue dell’individuo tramite: test standardizzati; interviste individuali; osservazione della performance dell’individuo nel suo contesto di vita quotidiana. I risultati di tali valutazioni consentono la stesura di obiettivi a breve, medio e lungo termine formulati in accordo con gli interessi della persona”. 

In base alla definizione degli obiettivi, viene redatto un piano di intervento con le strategie più opportune per ciascuna persona per raggiungere l’autonomia massima possibile nelle attività di vita quotidiana e lavorativa, prevedendo anche l’abbattimento delle barriere architettoniche nell’ambiente di vita. Conclude la dottoressa Motti:

per tutta la durata dell’intervento il terapista occupazionale provvede a una valutazione costante di ogni cambiamento al fine di monitorare il raggiungimento degli obiettivi fino alla conclusione del processo riabilitativo”.