Andrea Doria, presidente eletto della Società italiana di reumatologia, spiega come le vaccinazioni rientrino nella gestione ottimale del pazienti reumatologico negli scenari aperti dalle…

AR, il rischio di fratture da fragilità è legato a specifici fattori di rischio
L’infiammazione associata all’artrite reumatoide (AR) è aumentato correlata a una bassa densità minerale ossea (BMD). Tuttavia, non sono noti gli effetti di fattori specifici della malattia sull’insorgenza di fratture e se tali effetti della malattia siano o meno indipendenti dalla BMD. Per colmare questa lacuna, Sofia Ajeganova del Karolinska Institut, di Stoccolma, in Svezia, e colleghi, autori di un articolo apparso su “BMC Rheumatology”, hanno considerato una coorte prospettica di 2.557 pazienti con AR precoce (67% donne, età media 58,1 ± 15,6 anni) durante un periodo di osservazione di 10,6 ± 4,7 anni. In 602 pazienti è stata misurata la BMD al basale. Sono state considerate le prime fratture da fragilità maggiori.
Durante il follow-up si sono verificate fratture in 352 pazienti (13,8%), un tasso di 13/1000 p-y. Una riduzione proporzionale del rischio per l’esito è stata associata a un indice di massa corporea (BMI) al basale, BMI ≥ 30 kg/m2, e nei primi due anni a una remissione sostenuta del Disease Activity Score (DAS28), a un DAS28 a bassa attività di malattia e a un Health Assessment Questionnaire (HAQ) ≤ 0,5.
Un aumento del rischio proporzionale di fratture è stato associato invece a BMI ≤ 20 kg/m2, DAS28 al basale, a 6 mesi e a 1 anno, DAS28 cumulativo nei due anni, fattore reumatoide (RF), progressione del punteggio di erosione a 2 anni, punteggio HAQ e HAQ ≥ 1 a 6 mesi e a 1 anno, nonché alla positività agli anticorpi antri-citrullina (anti-CCP).
Il rischio stimato di frattura è risultato aumentato nei soggetti che facevano uso di glucocorticoidi (GC), associato a un dosaggio più elevato di GC al momento del follow-up e a un dosaggio cumulativo più elevato nell’arco di due anni, indipendentemente dall’attività della malattia. Con l’aggiustamento per la BMD, non è stata riscontrata alcuna differenza nell’esito delle fratture in base all’esposizione ai GC.
Gli effetti di un BMI più elevato, della remissione del DAS28 e di un basso HAQ ≤ 0,5 raggiunto a 6 mesi dall’inizio del trattamento e mantenuto fino a due anni, della progressione del punteggio di RF, anti-CCP e dell’erosione a due anni erano indipendenti dal basso valore di BMD.