Roberto Caporali ordinario di Reumatologia all'Università di Milano partendo dei bisogni clinici attualmente insoddisfatti parla delle nuove opportunità di trattamento nelle spondiloartriti

Esiti dell’infarto peggiori nelle malattie infiammatorie reumatiche immunomediate
Tra i soggetti con infarto miocardico (IM), la compresenza di malattie infiammatorie immuno-mediate (IMID) reumatiche è associata a un aumentato rischio di mortalità, scompenso cardiaco e recidiva di IM con la necessità di reintervento coronarico. È quanto emerso da uno studio pubblicato sul “Journal of the American Heart Association” da Heba Wassif della Cleveland Clinic, negli Stati Uniti.
Gli autori hanno esaminato la prognosi a lungo termine delle sindromi coronariche acute tra i beneficiari del programma sanitario Medicare ricoverati con una diagnosi primaria di IM dal 2014 al 2019. In un’analisi con abbinamento per propensity score in rapporto uno a tre, sono stati confrontati gli esiti dei pazienti con e senza IMID reumatiche, ricoverati per IM. Complessivamente, sono stati inclusi nell’analisi 1.654.862 pazienti, il 3,6% dei quali aveva IMID reumatiche. Dalla statistica è emerso che i pazienti con IMID reumatiche avevano maggiori probabilità di essere più giovani, di essere donne e di presentarsi con un IM senza elevazione del tratto ST. Oltre a ciò, avevano anche meno probabilità di sottoporsi ad angiografia coronarica, intervento coronarico percutaneo o innesto di bypass aorto-coronarico.
Dopo abbinamento per propensity score, a un follow-up mediano di 24 mesi, il rischio di mortalità (hazard ratio [HR] aggiustato: 1,15; IC al 95%: 1,14-1,17), scompenso cardiaco (HR: 1,12 IC al 95%: 1,09-1,14), recidiva di IM (HR: 1,08; IC al 95%: 1,06-1,11), e reintervento coronarico (HR: 1,06; IC al 95%: 1,06-1,11) sono risultati più elevati nei pazienti con IMID reumatiche rispetto a quelli senza.