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L’assunzione di EPO aumenta il rischio di frattura nei pazienti in emodialisi
Per i pazienti in emodialisi, l’eritropoietina (EPO) è associata a un aumentato rischio di frattura dell’anca, secondo uno studio pubblicato sul “Journal of Bone and Mineral Research” da Sukanya Suresh e colleghi dei National Institutes of Health di Bethesda, nel Maryland.
Gli autori hanno analizzato due ampi database clinici di soggetti dializzati, con particolare riguardo per i dati relativi agli eventi fratturativi nei pazienti trattati con meno 50 unità di EPO/kg/settimana e in quelli che ricevevano dosi più elevate.
Dalla statistica relativa al primo database, relativo a 747.832 pazienti è emerso un aumento dei tassi di frattura dell’anca da 12,0 a 18,9 per 1.000 anni-paziente nel periodo dal 1997 al 2004, seguito da una diminuzione fino a 13,1 nel 2013. Le dosi medie di EPO sono aumentate da 11,9 a 18,3 unità/settimana dal 1997 al 2004, per poi diminuire fino a 8.800 nel 2013.
Rispetto alle dosi di EPO di inferiori a 50 unità/kg/settimana, gli hazard ratio aggiustati per fratture dell’anca sono risultati 1,08, 1,22 e 1,41, rispettivamente, con dosi di EPO di 50-149, 150-299 e ≥300 unità/kg/settimana durante questo periodo.
I risultati sono poi stati replicati nelle analisi multivariate sui 128.941 pazienti del secondo database.
Secondo le conclusioni degli autori, dunque, i pazienti con insufficienza renale possono beneficiare del trattamento con EPO; tuttavia, per una corretta valutazione del rapporto rischio/beneficio, come per tutti i farmaci, occorre una piena comprensione dei potenziali rischi associati.