Maldischiena

Mal di schiena, un grande studio canadese per capire le “traiettorie”

Uno studio ha valutato gravità, decorso e cure su un campione di quasi 13.000 soggetti

Identificare e descrivere il decorso del mal di schiena, nonché confrontare gli indicatori relativi a stato di salute, trattamenti medici e uso delle risorse del sistema sanitario in diversi gruppi di soggetti sul territorio canadese. Era questo l’obiettivo di uno studio condotto da Maylee Canizares e colleghi del Krembil Research Insititute di Toronto, in Canada, e accettato per la pubblicazione sulla rivista Arthritis Care & Research.

Gli autori hanno considerato un campione rappresentativo della popolazione nazionale di 12.782 soggetti, seguiti tra il 1994 e il 2011, mediante la somministrazione, ogni due anni, di un questionario con domande relative allo stato socio-economico (per esempio al livello di scolarità) oltre che a una serie di indicatori dello stato di salute psico-fisico: depressione, comorbilità, dolore, disabilità, uso di farmaci (oppioidi) e uso del sistema sanitario (per esempio, ricorso alla medicina di famiglia). Hanno poi utilizzato un’analisi delle traiettorie basate sui gruppi per caratterizzare il decorso del mal di schiena nei 16 anni di durata del follow-up.

L’analisi statistica dei dati mostra che il 45,6% dei partecipanti ha riferito di aver avuto almeno una volta mal di schiena. Tra questi, gli autori hanno identificato quattro traiettorie: dolore persistente (18%), in fase di sviluppo (28,1%), in fase di guarigione (20,5%) e occasionale (33,4%). Le prime due traiettorie erano caratterizzate da più frequenti impedimenti delle attività quotidiane, disabilità, depressione e comorbilità. In termini di ricorso alle cure sanitarie, le differenze tra le quattro traiettorie erano notevoli (a scalare dal dolore persistente fino a quello occasionale). Il gruppo con traiettoria di guarigione ha mostrato un incremento nel tempo nel consumo di oppioidi e di antidepressivi.

“La buona notizia è che una persona con mal di schiena su cinque ha recuperato, continuando tuttavia a utilizzare oppioidi e antidepressivi, suggerendo che le persone che si stanno riprendendo dal dolore alla schiena necessitano di monitoraggio continuo”, ha spiegato Canizares. “La cattiva notizia è che una persona su cinque ha sofferto di dolori persistenti, con un gruppo ulteriore – quasi uno su tre – che ha sviluppato dolore alla schiena nel corso tempo. Questi due gruppi erano caratterizzati da un maggior livello di limitazione delle attività, disabilità e depressione, così come aumento del ricorso all’assistenza sanitaria e ai farmaci”.