Sono oltre 10 milioni le donne italiane che soffrono di dolore cronico, su un totale di circa 15 milioni di persone, 1 italiano su 4, che devono affrontare questa condizione spesso invalidante. Di contrasto al dolore cronico si è parlato al VII Congresso Federdolore-SICD, concluso il 17 maggio a Roma.

L’approccio di genere al dolore cronico rivela anche differenze nel modo di affrontare la patologia. Le donne, infatti, appaiono maggiormente in grado di sopportare il dolore e proseguire nelle attività quotidiane.

“Questo dato conferma un aspetto culturale presente nell’immaginario comune, tale per cui si pensa che la donna sia predisposta a “sopportare” il dolore, come se avesse una maggiore resistenza – spiega Giuliano De Carolis, presidente Federdolore-SICD – Purtroppo viene definito come un segnale di debolezza che invece si manifesta in una forza adattiva e protettiva. Questa maggiore suscettibilità al dolore trova ragione anche nelle proprie caratteristiche di genere, che si manifestano a livello sensitivo ed emotivo per differenze anatomiche, ormonali e fisiologiche. Spiego sempre che è “normale” sopportare il dolore, ma senza esagerare, perché rivolgersi agli specialisti giusti mette al riparo da ripercussioni sulla propria qualità di vita e chi ruota intorno”.

Tornando alle statistiche, si apprende che dei 15 milioni di italiani colpiti da dolore cronico circa la metà ha meno di 50 anni e 1/5 soffre da oltre vent’anni. Il dolore viene sopportato o sottovalutato in quasi 1/3 dei casi (29%) oppure curato con antidolorifici non specifici (23%).

Il congresso di Federdolore-Sicd si è aperto con un videomessaggio del cantante Andrea Bocelli, che ha detto: “Credo che sia necessario, importante e morale destinare la maggior parte delle risorse possibili alla ricerca contro il dolore perché è un aspetto che incide fortemente sulla qualità della nostra vita”.

“Il dolore  – prosegue Bocelli – è un tema centrale per me, un tema di cui mi sono occupato e preoccupato – continua Bocelli – Il dolore è una cosa che mi ha sempre colpito. Credo di non essere il solo, e di aggiungere anche una banalità se dico che il problema non è quello di morire ma di come si muore. Quello che sconvolge non è tanto il fatto che ‘si parte’, d’altra parte bisogna anche lasciare spazio agli altri, ma è come si lascia questo mondo. Credo che agli inizi del 3° millennio ci siano tutti i presupposti per creare una prospettiva di partenza molto più leggera e molto meno dolorosa” .

Il congresso Federdolore-SICD ha riunito a Roma specialisti clinici ed esponenti delle principali Società Scientifiche che si occupano del dolore: la Società Italiana di Anestesia Anelgesia Rianimazione e Terapia Intensiva (SIAARTI), Associazione Italiana per lo Studio del Dolore (AISD), European Society of Regional Aenesthesia (ESRA), Word Institute of Pain (WIP). Il programma scientifico ha toccato la terapia del dolore, con anche esercitazioni pratiche su ecografi e simulatori di neurostimolazione, prospettive della ricerca, novità della telemedicina e aspetti giuridici.